A cura della Dr.ssa Simona Maria Rilievi – Psicologa clinica dell’infanzia e dell’adolescenza
Con la fine della scuola e l’inizio delle vacanze estive, molte famiglie tirano un sospiro di sollievo. Tuttavia, per i bambini e i ragazzi con disturbi del neurosviluppo o con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), l’estate può diventare anche un prezioso alleato nel processo di crescita e consolidamento delle competenze acquisite durante l’anno in ambito terapeutico.
Durante le sedute di logopedia o terapia neuropsicomotoria, i bambini affrontano percorsi intensi volti a potenziare linguaggio, attenzione, motricità e competenze cognitive: l’estate, con il suo tempo libero, le lunghe giornate e la diminuzione delle richieste scolastiche può dunque essere una preziosa occasione per permettere a ciò che viene appreso in questi contesti di essere mantenuto e, ancora meglio, generalizzato e dunque applicato nella vita quotidiana.
Il pensiero di Jean Piaget, pioniere della psicologia dello sviluppo, ci offre una chiave di lettura interessante. I suoi concetti di assimilazione e accomodamento spiegano come il bambino costruisca la propria conoscenza integrando nuove informazioni agli schemi mentali già esistenti (assimilazione) e modificandoli quando le nuove esperienze lo richiedono (accomodamento).
L’estate, con i suoi ritmi più distesi e le esperienze meno strutturate, rappresenta il contesto ideale per favorire entrambi i processi. I bambini possono sperimentare le proprie competenze in ambienti diversi da quello scolastico: al parco, al mare, nei giochi con i coetanei o durante attività quotidiane con la famiglia.
Si parla in questo caso di generalizzazione delle competenze, ovvero la capacità di applicare ciò che si è imparato in un contesto terapeutico a situazioni nuove e variabili. Un bambino che ha imparato a chiedere aiuto durante una seduta logopedica, ad esempio, potrà farlo in modo spontaneo anche in spiaggia o durante un campeggio, rafforzando la propria autonomia e fiducia in sé stesso.
L’estate offre anche un’occasione preziosa ai genitori
Osservare i propri figli fuori dalla routine scolastica può rivelare aspetti del loro funzionamento, potenzialità inespresse o fragilità che durante l’anno possono passare inosservate. È un momento in cui il bambino può avere più energie da mettere in campo, grazie alla riduzione di stress e richieste cognitive. Questo rende il periodo estivo anche ideale per effettuare valutazioni diagnostiche approfondite, necessarie per pianificare percorsi terapeutici personalizzati prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.
In questo quadro, il ruolo della famiglia diventa cruciale.
Non si tratta di “fare terapia” in vacanza, ma di cogliere ogni occasione per stimolare il bambino attraverso il gioco, la conversazione, l’interazione. Un semplice giro al mercato può diventare un’attività linguistica, un’escursione una sfida motoria, un momento di lettura condivisa una palestra cognitiva.
Investire nell’estate come tempo di crescita significa restituire valore ai piccoli traguardi quotidiani, che spesso sono le basi più solide su cui costruire il futuro di ogni bambino, soprattutto di chi deve affrontare il percorso con qualche ostacolo in più.